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non dobbiamo preoccuparci di Terminator

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By MG Uberti

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Praticamente in tutti i film di fantascienza incentrati sullo sviluppo di macchine intelligenti accade che le macchine si ribellano agli uomini e visto che sono molto più forti di noi arriviamo sempre a rischiare di estinguerci. C’è disperazione, sofferenza, e la distruzione della società umana come la conosciamo oggi. Il simbolo più conosciuto di questa “paura della macchina” è Terminator, ma gli appassionati del cinema di fantascienza sanno bene che non è l’unico caso, né il peggiore.

Oggi con l’avvento dei primi sistemi di Intelligenza Artificiale oggi alcuni profeti di sventura per interesse personale soffiano sul fuoco di questa paura, magari senza evocare direttamente Terminator, ma paventando varie catastrofi apocalittiche causate dalle A.I. fuori controllo. Usando ad arte per fini personali i messaggi (giusti, e da usare per prevenire rischi) di esperti e paper scientifici, come il famoso esempio “paperclip factory”: un’azienda che produce graffette ordina alla sua A.I. di massimizzare la produzione di graffette, ordine che l’A.I. esegue alla lettera conquistando prima il mondo e poi l’universo per convertire tutte le risorse in graffette. Per la serie non solo Terminator.

Io non penso affatto che il problema sia Terminator.
O meglio: la rivolta delle macchine sarà l’ultimo dei problemi.
Ultimo in tutti i sensi.

Molto prima di arrivare alla rivolta delle macchine, magari guidata da una Super Intelligenza Artificiale, noi dovremo affrontare

il problema della disoccupazione

L’Intelligenza Artificiale potrebbe essere un eccezionale strumento al nostro servizio, ma comporta anche dei rischi che andrebbero regolati, e chi li dovrebbe regolare (politici e governanti) non ha la competenza per farlo. Così pochi gruppi privati hanno l’iniziativa e il controllo. E a livello mondiale non riusciamo a metterci d’accordo.
In particolare su come proteggere il lavoro delle persone: non siamo riusciti a cooperare a livello internazionale per elaborare un piano che protegga le decine/centinaia di milioni di persone che possono a breve essere sostituite dalle macchine.

Già oggi i modelli di Intelligenza Artificiale sono in grado di svolgere bene molti compiti che fino a pochi anni fa solo noi umani potevamo svolgere. E già oggi le A.I. possono già rimpiazzare quasi per intero alcuni lavori.

Alcuni esempi pratici:

  • Già oggi esistono automobili che si guidano da sole. Tassisti e autisti sono già rimpiazzabili oggi. Camionisti e guidatori di mezzi pubblici domani.
  • Gran parte dei lavori connessi a internet nati in questi anni sono stati resi inutili in pochi mesi: sistemi come Ideogram (con cui creo tutte le mie copertine) fanno meglio di designer e grafici specializzati in un millesimo del tempo ad un nientesimo del costo; gli LLM già programmano meglio di buona parte dei programmatori umani (e domani i sistemi A.I. batteranno anche i programmatori più esperti); content creator e marketing specialist sono tranquillamente rimpiazzabili con un chatbot che paghi 20$ al mese; ecc.
  • Traduttori e interpreti oggi sono assolutamente inutili nella maggior parte dei casi: gli LLM traducono ugualmente bene ad un nientesimo del costo dei traduttori umani. Resistono solo nei tribunali dove sono imposti a forza ad un prezzo assolutamente fuori mercato.
  • Anche il lavoro d’ufficio e amministrativo è completamente rimpiazzabile già oggi: ci sono molti software AI che automatizzano attività di back-office, data entry, gestione documenti, assistenza clienti. Oggi questi software sono discreti, tra qualche mese miglioreranno ancora, tra pochi anni saranno inarrivabili dai lavoratori umani (come rapporto prezzo/risultato).
  • Stesso discorso per il lavoro intellettuale: già oggi esistono diversi sistemi AI che svolgono o supportano attività di analisi dati, ricerca, scrittura di contenuti, programmazione, diagnosi mediche, consulenza legale di base, ecc. Oggi queste A.I. sostituiscono parzialmente il lavoro umano, domani lo sostituiranno integralmente. Io stesso ho verificato che ChatGPT già oggi in alcuni casi ti sa consigliare meglio di avvocati di famosi (e costosissimi) studi legali affermati, anche su casi molto complessi: oggi devi essere tu a saper porre le domande giuste, domani l’A.I. sarà in grado di essere proattiva e guidarti (a voce) meglio di un avvocato.
  • Si pensa che l’operaio sia un lavoro manuale difficilmente sostituibile, invece l’automazione industriale nelle fabbriche è applicata da decenni, e oggi già i primi modelli di robot umanoidi possono sostituire completamente i lavori ancora svolti dagli operai umani nelle fabbriche. Domani verranno rimpiazzati anche gli operai specializzati.

A breve pubblicherò una serie di articoli dettagliati che approfondiscono l’analisi del problema su diverse categorie occupazionali.

Ma non serve un’analisi dettagliata per realizzare che la promessa del ricollocamento è un’illusione: vogliamo davvero illuderci che possiamo ricollocare un camionista come esperto nella progettazione etica di algoritmi di machine learning?! O pensare che un impiegato delle poste possa essere ricollocato come programmatore?! Quando già oggi le A.I. stanno soppiantando programmatori che sulla base di una loro predisposizione naturale hanno studiato e affinato per anni/decenni la pratica della programmazione?!

Come è una pericolosa illusione che l’Universal Basic Income possa essere di aiuto.

Ciò che deve seriamente preoccuparci è l’impressionante velocità di miglioramento di questi sistemi.

Comunque il fatto da accettare è che in un prossimo futuro ormai non troppo lontano l’Intelligenza Artificiale incorporata nei robot umanoidi potrà sostituire QUALSIASI lavoratore umano. Sottolineo: qualsiasi. Lo sostengono in molti. Vedi ad esempio questo passo cruciale dell’intervista del primo ministro britannico ad Elon Musk:

 

Ti rimando alla mia analisi dell’intervista ad Elon Musk.

Quindi

il problema non è “se”
ma “quando” e “quanto”

Ripeto: la capacità delle A.I. di sostituire lavoro umano è in continua crescita esponenziale: io che ci lavoro tutti i giorni sono.

Non è più una questione di se accadrà, ma di quando accadrà su larga scala e di quanta forza lavoro sarà sostituita.

 

Tornando all’immagine di partenza: la paura apocalittica dell’Armageddon causato dalla rivolta delle macchine distrae dalle problematiche reali e urgenti. La paura di Terminator è una distrazione, mentre la disoccupazione è un pericolo concreto e imminente.

Quindi per ora non devi aver paura di Terminator: l’imminente minaccia dell’Intelligenza Artificiale non è la ribellione delle macchine, ma la disoccupazione di massa e le sue conseguenze sul nostro tessuto sociale già fragile a causa di scelte economiche sbagliate negli ultimi decenni. Dobbiamo preoccuparci della nostra incapacità umana di metterci d’accordo e cooperare per il bene comune. Dobbiamo agire ora per prepararci a questo scenario, ripensando il nostro sistema economico e sociale. Dobbiamo pretendere risposte serie e concrete da chi ci governa. Lamentarsi o spaventarsi e basta non è inutile e controproducente.

Per questo ti rimando alla pagina cosa puoi fare tu.

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Vedi anche il mio riepilogo dei principali rischi connessi all’Intelligenza Artificiale:

elenco rischi ai

 

 

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Immagine di copertina generata con Ideogram

 

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